Buonarroti 50. Ieri, oggi e domani
Il Liceo Filippo Buonarroti compie cinquant’anni. È nato il primo ottobre 1974, come secondo liceo scientifico di Pisa, da una costola dello storico Liceo Ulisse Dini che ormai aveva raggiunto i duemila studenti iscritti. Ma nasce anche nel contesto della spinta al rinnovamento che caratterizza il decennio, un periodo segnato da profonde trasformazioni sociali, culturali e politiche, con cambiamenti significativi anche nelle istituzioni pubbliche.
Il 1974, in particolare, è stato un anno drammatico nella storia italiana recente: è l’anno dell’intensificarsi della strategia della tensione, con le due terribili stragi a Brescia, in piazza della Loggia il 28 maggio, e sul treno Italicus fra Firenze e Bologna il 4 agosto; ma è anche l’anno del referendum sul divorzio – quando il Paese si rende conto di essere più moderno di quello che si credeva – e dei decreti delegati sulla scuola, concepiti come risposta alle esigenze di cambiamento delle istituzioni scolastiche portate avanti dai movimenti studenteschi della fine degli anni Sessanta. Con i decreti delegati nascono, infatti, gli organi collegiali, attraverso i quali studenti, famiglie, enti locali entrano a far parte del governo delle scuole e della rete territoriale dell’istruzione, e vengono riconosciute e regolate le assemblee studentesche, nate appunto come forma spontanea di partecipazione degli studenti medi e universitari alla vita sociale e politica del Paese.
Uno dei decreti delegati permette «la sperimentazione come ricerca e realizzazione di innovazioni» degli ordinamenti scolastici, che può essere attuata sia sulla base di programmi nazionali, sia su iniziativa dei collegi dei docenti e dei consigli di Istituto. È proprio il caso del neonato Liceo Buonarroti, che ottiene l’autorizzazione ministeriale a sperimentare un nuovo modo di organizzare e di fare scuola dall’anno scolastico 1977/78, lo stesso anno del trasferimento del Liceo nella nuova struttura del Complesso scolastico Concetto Marchesi. L’amministrazione provinciale di Pisa, infatti, aveva deciso di realizzare un complesso scolastico all’avanguardia, dotato ad esempio di laboratori scientifici e linguistici, i cui spazi fossero utilizzabili anche dalla cittadinanza (biblioteca, auditorium, palestre, piscina), in una logica di non separatezza tra comunità scolastica e comunità cittadina.
La maxisperimentazione del Buonarroti, che voleva correlare l’innovazione didattica con la struttura completamente nuova nella quale agiva, aveva l’ambizione di inserirsi nella discussione nazionale sulla riforma generale della scuola e, nello specifico, della scuola superiore ancorata al modello gentiliano. La maxisperimentazione a indirizzo scientifico affiancava le sezioni di ordinamento e si caratterizzava per l’integrazione tra l’area disciplinare comune, che garantiva un’ampia formazione di base, e l’area opzionale, non rigida, che dava agli studenti la possibilità di approfondire le discipline di maggiore interesse. La nuova scuola si fondava su un approccio metodologico-didattico multidisciplinare che voleva valorizzare il processo di apprendimento basato sulla classe intesa come gruppo di lavoro, di ricerca e di scoperta, e sulle peculiarità del singolo studente.
Il Liceo Buonarroti divenne, perciò, un unicum nel panorama cittadino, un punto di riferimento per l’istruzione superiore a Pisa, unendosi alla ricca tradizione educativa della città e contribuendo alla sua crescita e al suo sviluppo.
Nel 2010, con la riforma Gelmini, si conclude il periodo delle sperimentazioni e il Liceo Buonarroti si articola negli indirizzi ordinamentali del Liceo Linguistico, del Liceo Scientifico e del Liceo Scientifico con l’opzione delle Scienze applicate. Ciononostante, la vocazione sperimentale continua a essere forte: i docenti sono impegnati nella ricerca di approcci innovativi all’apprendimento che vadano incontro alle caratteristiche di un corpo studentesco in rapido mutamento, anche aderendo a sperimentazioni nazionali, come la curvatura biomedica, oppure costruendo autonomamente proposte originali e più adeguate agli interessi degli studenti, come il percorso di mediazione linguistica.
Il cinquantesimo compleanno del Buonarroti cade in un anno molto particolare per il nostro Liceo, che raggiunge un numero mai visto prima di studenti iscritti (1.435 per l’anno scolastico 2024/25). Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito a un incremento costante delle iscrizioni, con un vero e proprio boom nell’ultimo anno. Anche le classi, naturalmente, aumentano, e si passa dalle 49 classi del 2018/19 alle 60 del 2024/25.
Segno evidente che la comunità territoriale accoglie positivamente la proposta formativa del Buonarroti, che non si limita alle attività curricolari previste dagli indirizzi di studio, ma comprende un insieme articolato di attività di ampliamento e di potenziamento delle competenze, anche trasversali e di cittadinanza, che cercano di intercettare l’interesse e le esigenze degli studenti e delle loro famiglie.
Questo “successo”, tuttavia, ha fatto emergere la questione della carenza di spazi, uno dei problemi storici del Buonarroti. L’edificio, costruito con grande attenzione agli ambienti didattici innovativi, ha però ben presto mostrato di essere insufficiente per accogliere tutti gli studenti iscritti, tanto è vero che da molti anni alcune classi sono ospitate in aule dell’attiguo Istituto Santoni. La mancanza di spazi si è evidenziata in tutta la sua drammaticità nel periodo dell’emergenza sanitaria, che però da questo punto di vista si è rivelato un momento di svolta. Infatti, l’amministrazione provinciale ha deciso in quell’occasione di investire nella manutenzione straordinaria dell’edificio, recuperando spazi prima inutilizzati o sottoutilizzati e trasformandoli in aule. In tre anni, quindi, il Liceo ha ottenuto dodici aule in più, e dal settembre 2024 può contare su una nuova biblioteca e su nuovi e più funzionali locali per le attività amministrative.
Infine, il Liceo Buonarroti ha potenziato la propria spinta all’innovazione partecipando ai bandi dei Piani nazionali ed europei (PNSD, PON 2014-20, PNRR). Con le risorse ottenute, il Liceo ha potuto
proseguire con l’introduzione in tutte le aule delle LIM e, successivamente, dei monitor digitali, in modo da stimolare la nascita e lo sviluppo di ambienti di apprendimento innovativi; è stato possibile cablare l’intero Istituto, garantendo una rete di trasmissione dati stabile ed efficiente in tutti gli ambienti didattici; si sono rinnovati e arricchiti i laboratori di fisica, di scienze, di informatica, di lingue e le aule di disegno; sono stati creati il laboratorio di robotica e la web radio; è nato il nuovo biolaboratorio, grazie al premio nazionale “Mad for Science”. In generale, tutti gli spazi della scuola sono periodicamente arricchiti di strumenti e dotazioni tecnologiche che consentono ai docenti di sperimentare e sviluppare una didattica in continuo divenire, in grado di rispondere ai mutamenti sociali e culturali e in qualche caso di anticiparli.
Innovazione e sperimentazione non sono fini a se stesse, ma servono a costruire la scuola che vogliamo. Una scuola democratica e libera, che aiuti i ragazzi a crescere e a diventare cittadini responsabili di un Paese democratico e libero, una scuola che sia accogliente e inclusiva, che difenda i diritti di tutti e valorizzi i talenti e le caratteristiche peculiari di ogni studente. Una scuola-comunità che interagisca con la propria comunità sociale e territoriale, contribuendo al suo accrescimento culturale, e che nello stesso tempo guardi all’Europa e al mondo.
Una scuola che prosegua il proprio cammino nei prossimi cinquanta anni nello spirito di chi l’ha fondata e di tutti coloro che al Buonarroti hanno studiato e lavorato.
Alessandro Salerni
Dirigente scolastico del Liceo Filippo Buonarroti
Giornata 1° ottobre. Programma
Uno spazio innovativo nel panorama della scuola italiana
Antonella Caterini – Il Progetto Murales
Alessandro Tolaini – Copiare Saturno. Lucio Pellegrin (1925-2001)
La nascita del Liceo Buonarroti attraverso i giornali
Silvia Azzarà – Dante al Buonarroti. Fare esperienza del testo dantesco
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